La LAV plaude alla sentenza della Corte di Cassazione (n.175 di oggi, 7 gennaio) secondo la quale “(…)integra il reato il tenere un cane in un luogo angusto per un lasso di tempo apprezzabile, senza che fosse necessaria la volontà di infierire sull’animale o che questo riportasse una lesione all’integrità fisica, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti”, confermando così la condanna a 1.200 euro di multa comminata ad un 34enne che aveva lasciato il proprio cane chiuso in auto sotto il sole, per andare a fare spese. L’animale era stato soccorso da un Carabiniere di passaggio, che ne aveva constatato la sofferenza causata dalla temperatura dell’abitacolo, di circa 30 gradi, ed aveva denunciato l’uomo.
“Questa sentenza rappresenta una importante ed ennesima conferma che per integrare il maltrattamento di animali ai sensi della nuova normativa, non è necessario infierire sull’animale o percuoterlo. Né, e questo è un aspetto fondamentale, è necessaria la volontà di infliggere sofferenza, anche solo psicofisica, ad un animale, per puro compiacimento o sadismo, in quanto basta anche la mera indifferenza del proprietario di un animale a provocarne sofferenza derivante da una condotta omissiva negligente, come appunto l’averlo lasciato chiuso in auto sotto il sole” commenta Carla Campanaro, dell’Ufficio legale LAV.
“Questa decisione della Suprema Corte conferma l’attenzione nei confronti degli animali in quanto esseri senzienti, da tutelare nel rispetto della loro natura, etologia e comportamento. Ci auguriamo dunque che essa sia d’impulso al pieno riconoscimento anche nella legislazione italiana degli animali quali esseri senzienti, come già riconosciuto dal nuovo Trattato dell’Unione, firmato il 13 dicembre scorso a Lisbona dai 27 Paesi dell’Unione Europea, e dal Codice Deontologico dei Medici Veterinari” conclude Ilaria Innocenti, del settore LAV Cani e gatti.