Il 5 maggio 2009 è stato un giorno importante nella storia del movimento animalista e delle battaglie per i diritti degli animali nel mondo, con la tanto sperata e perseguita norma che introduce il divieto di commercializzazione dei prodotti di foca in tutta Europa.
Si, è proprio così, finalmente quella che si è chiusa in Canada, è stata l’ultima stagione di caccia che ha avuto la possibilità di vendere i prodotti di foca nell’Unione Europea!
In molti ricorderanno le immagini pionieristiche in cui Greenpeace mostrava al mondo intero questa vergogna. Erano gli anni 70 e 80 e quella battaglia pose il primo seme del frutto che oggi raccogliamo.
Si ottenne la presa di coscienza da parte del legislatore che quella violenza dovesse trovare una necessaria, anche se incompleta, restrizione.
Nel 2002 l’IFAW chiese alla LAV di essere parte attiva di una nuova campagna mondiale, che aveva un solo obiettivo: il bando del commercio dei prodotti di foca in Europa.
Ancora una volta raccogliemmo l’appello, guardando le immagini dei bastoni che, inesorabili e legalmente autorizzati, mietevano vittime nel freddo oceano del Nord Atlantico, lontano dalle griffate e scintillanti vetrine della moda, che chiedeva proprio quei candidi manti.
Era il 2004 quando la LAV si recò in Canada con i giornalisti e portò in Italia quelle immagini, quella violenza. Ricordo spesso le immagini dure, drammatiche di quei due giorni trascorsi sul ghiaccio nel 2005. Da quella esperienza la nostra battaglia in Italia uscì rafforzata.
Proprio le istituzioni, prima italiane con due risoluzioni parlamentari, poi il Consiglio d’Europa con una risoluzione e una raccomandazione, quindi il Parlamento nazionale con un disegno di legge e infine l’Unione Europea con una dichiarazione scritta ed una risoluzione del Parlamento europeo, hanno espresso il loro no alla caccia alle foche. Si è trattato di una sequenza di azioni e pronunce sviluppate dalla LAV, che lentamente facevano maturare consenso politico nelle istituzioni. La violenza delle immagini aveva già costruito il consenso nella coscienza e nella morale dei cittadini. Azioni nazionali e locali hanno continuato a segnare il nostro impegno associativo tramite petizioni, volantini e dimostrazioni.
Nel 2006, dopo mesi di grande impegno nell’opinione pubblica e verso le istituzioni, la nostra associazione propose e ottenne il Decreto Interministeriale firmato dai Ministri Tremonti e Scajola. La norma, sul modello del Belgio, introdusse la prima moratoria all’importazione delle pelli di foca nel nostro Paese è cominciò a minare alla base le certezze insanguinate dei Governanti e dei cacciatori canadesi.
Nel dicembre 2007, un venerdì sera, a pochi giorni dal Natale, la Commissione Ambiente del Senato approvò all’unanimità il testo del disegno di legge per il bando nazionale al commercio dei prodotti di foca. L’approvazione era ancora una volta frutto dell’impegno e delle capacità, delle nostre idee e della nostra associazione. E continuava la lotta per riattivare il nuovo disegno di legge con la nuova legislatura nazionale, la definizione della posizione del Governo italiano a favore del bando europeo sul commercio dei prodotti, con la nostra azione costante, incessante e determinata su Ministri, sottosegretari e parlamentari, su chiunque aprisse una strada utile a creare anche uno solo dei tanti necessari “sì” a quella legge capace di fermare un mercato di morte giustificato perché molto remunerativo. E poi pressioni sui Parlamentari europei, sulla rappresentanza permanente a Bruxelles, sulla Commissione Europea e così via….
A luglio 2008 eravamo in tanti a Bruxelles a manifestare di fronte al palazzo della Commissione Europea, le bandiere della LAV sventolavano insieme a quelle di decine di
associazioni europee in una grande festa, lo slogan semplicissimo ma di portata enorme: bandiamo il commercio dei prodotti di foca!
Ci sono numerosi momenti da ricordare in diversi anni di impegno animalista, tanti fatti e tante iniziative: mi rendo conto oggi
di come tutti abbiano dato il loro contributo a conseguire questo storico cambiamento per gli animali. Una comunità di 500 milioni di cittadini e di 27 Paesi, diversi per tanti aspetti, ma uniti nel dire basta alla barbarie della caccia alle foche!
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno raccolto anche solo una firma, chi ha testimoniato con una manifestazione o con una delle tante attività la violenza sulle foche, chi ha scritto una delle tante e-mail di
protesta che abbiamo proposto nei momenti difficili, chi ci ha testimoniato la sua fiducia, chi ha chiesto a noi una soluzione per una sofferenza intollerabile dall’animo umano, chi ha dedicato del tempo, hi ha avuto voglia di non acquistare più una pelle di foca e chi, nelle aule di un’istituzione, ha fatto prevalere l’etica sul denaro, la civiltà sulla barbarie.
Alla nostra associazione, straordinario strumento di cambiamento per gli animali, a tutti coloro che hanno contribuito ad indirizzarne l’azione verso questo traguardo, a tutti quelli che l’hanno sostenuta va il ringraziamento per la lungimiranza e per aver compreso che l’utopia era in realtà un luogo reale lontano ma alla portata del nostro agire, del nostro impegno.
Tre mesi fa è entrato in vigore il Regolamento che ha vietato il commercio di pelli di cane e gatto in Europa, oggi arriva questo nuovo divieto di commercializzazione per le foche: abbiamo più forte in noi la consapevolezza che un mondo diverso per gli altri viventi è possibile e, con questa convinzione, guardiamo alle sfide per gli animali del futuro.
Roberto Bennati*
Vicepresidente LAV