La LAV plaude alla sentenza della Corte di Cassazione (n.44287) secondo la quale “(…) configurano il reato di maltrattamenti (…) non soltanto quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali destando ripugnanza per la loro aperta crudeltà, ma anche quelle condotte (…) che incidono sulla sensibilità dell’animale, producendo un dolore”.
“Questa decisione della Suprema Corte conferma l’attenzione nei confronti degli animali in quanto esseri senzienti, da tutelare nel rispetto della loro natura, etologia e comportamento, e non solo nei confronti dell’impatto che la loro sofferenza può provocare presso il comune sentimento umano – commenta Gianluca Felicetti, presidente della LAV – La Legge 189 del 2004 si conferma come un fondamentale, positivo e concreto strumento per affermare i diritti degli animali”.
La Sentenza depositata oggi, dichiara inammissibile il ricorso del titolare e gestore di un canile della provincia di Massa e ne rende definitiva la condanna per maltrattamenti che il Tribunale di Pontremoli (MS) emise nel 2006 nei confronti dell’uomo, perché deteneva i cani in condizioni pietose in una struttura che era “nient’altro che un lager, un ghetto per animali sfortunati perché‚ imprigionati in uno stato di penosa sopravvivenza”, come dichiarato dai Carabinieri che svolsero le indagini.